Pluto
Illustrazione Gustave Dorè, Divina commedia, Inferno, canto VII
Pluto, nella mitologia greca era il dio della ricchezza.
All'inizio Pluto distribuiva la ricchezza solo ai meritevoli ma poi, reso cieco da Zeus divenne geloso delle persone oneste e cominciò a distribuirla senza nessun discernimento. Secondo Luciano era anche zoppo e quindi costretto a camminare lentamente e a portare troppo tardi la ricchezza a chi la desiderava.
Pluto era rappresentato come un vecchio con una borsa in mano.
Pluto non deve essere confuso con Plutone dio degli inferi secondo la mitologia latina o Ade secondo la mitologia greca.
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Era
figlio di Demetra e Iasione (o Giasone), nipote di Dardano fondatore di
Troia. La sua figura, dapprima legata alla prosperità dei campi, si
estese ad ogni forma di benessere, accrescendo il suo valore augurale. Quale
Dio agrario, era legato alle ricchezze minerarie e al sottosuolo in
generale, quindi spesso confuso e identificato con Plutone (divinità degli
inferi corrispondente ad Ade), in particolar modo col diffondersi dei
Misteri Eleusini. Già presso i romani si trovano ben pochi riferimenti
diretti a Pluto, perlopiù identificandolo con Dite, anch'esso poi confluito
in Plutone. Pluto, quale Dio dell'abbondanza, appare nella teogonia di Esiodo come figlio di Demetra e Giasione[1]: « Dèmetra, generò, somma Dea, con l'eroe Gïasone, nel pingue suol di Creta, nel solco tre volte scassato, il buon Pluto, che sopra la Terra ed il Pelago immenso, va dappertutto; e chi trova, chi può su lui metter le mani, súbito fa che ricco divenga, e gli accorda fortuna. » |