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INTRODUZIONE
Lottavano così come si gioca i cuccioli del maggio era normale loro avevano il tempo anche per la galera ad aspettarli fuori rimaneva la stessa rabbia la stessa primavera...
CANZONE DEL MAGGIO
Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio se la paura di guardare vi ha fatto
chinare il mento se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.
E se vi siete detti non sta succedendo niente, le fabbriche
riapriranno, arresteranno qualche studente convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco provate pure a credervi assolti siete lo stesso coinvolti.
Anche se avete chiuso le vostre porte sul
nostro muso la notte che le "pantere" ci mordevano il sedere lasciandoci in buonafede massacrare sui marciapiedi anche se ora ve ne fregate, voi quella notte voi c'eravate.
E se nei vostri
quartieri tutto è rimasto come ieri, senza le barricate senza feriti, senza granate, se avete preso per buone le "verità" della televisione anche se allora vi siete assolti siete lo stesso
coinvolti.
E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo
ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti, per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.
LA BOMBA IN TESTA
....e io contavo i denti ai francobolli dicevo "grazie a Dio" "buon Natale" mi sentivo normale eppure i miei trent'anni erano pochi più dei loro ma non importa adesso torno al
lavoro.
Cantavano il disordine dei sogni gli ingrati del benessere francese e non davan l'idea di denunciare uomini al balcone di un solo maggio, di un unico paese,
e io la faccia usata dal
buonsenso ripeto "Non vogliamoci del male" e non mi sento normale e mi sorprendo ancora a misurarmi su di loro e adesso è tardi, adesso torno al lavoro.
Rischiavano la strada e per un uomo ci
vuole pure un senso a sopportare di poter sanguinare e il senso non dev'essere rischiare ma forse non voler più sopportare.
Chissà cosa si prova a liberare la fiducia nelle proprie
tentazioni, allontanare gli intrusi dalle nostre emozioni, allontanarli in tempo e prima di trovarti solo con la paura di non tornare al lavoro.
Rischiare libertà strada per strada, scordarsi le rotaie
verso casa, io ne valgo la pena, per arrivare ad incontrar la gente senza dovermi fingere innocente.
Mi sforzo di ripetermi con loro e più l'idea va di là del vetro più mi lasciano indietro, per il
coraggio insieme non so le regole del gioco senza la mia paura mi fido poco.
Ormai sono in ritardo per gli amici per l'odio potrei farcela da solo illuminando al tritolo chi ha la faccia e mostra solo
il viso sempre gradevole, sempre più impreciso.
E l'esplosivo spacca, taglia, fruga tra gli ospiti di un ballo mascherato, io mi sono invitato a rilevar l'impronta dietro ogni maschera che
salta e a non aver pietà per la mia prima volta.
AL BALLO MASCHERATO
Cristo drogato da troppe sconfitte cede alla
complicità di Nobel che gli espone la praticità di un'eventuale premio della bontà. Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro mima una sua nostalgia di natività, io con la mia bomba porto la novità, la
bomba che debutta in società, al ballo mascherato della celebrità.
Dante alla porta di Paolo e Francesca spia chi fa meglio di lui: lì dietro si racconta un amore normale ma lui saprà poi renderlo tanto
geniale. E il viaggio all'inferno ora fallo da solo con l'ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo, sorpresa sulla porta d'una felicità la bomba ha risparmiato la normalità, al ballo mascherato
della celebrità.
La bomba non ha una natura gentile ma spinta da imparzialità sconvolge l'improbabile intimità di un'apparente statua della Pietà. Grimilde di Manhattan, statua della
libertà, adesso non ha più rivali la tua vanità e il gioco dello specchio non si ripeterà "Sono più bella io o la statua della Pietà" dopo il ballo mascherato del celebrità.
Nelson strappato al suo
carnevale rincorre la sua identità e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile, impegnati sempre a vincere e mai a morire. Poi dalla feluca ormai a brandelli tenta di estrarre il coniglio della sua
Trafalgar e nella sua agonia, sparsa di qua, di là, implora una Sant'Elena anche in comproprietà, al ballo mascherato della celebrità.
Mio padre pretende aspirina ed affetto e inciampa nella sua
autorità, affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo ma lui esplode dopo, prima il suo decoro. Mia madre si approva in frantumi di specchio, dovrebbe accettare la bomba con serenità, il martirio è il suo
mestiere, la sua vanità, ma ora accetta di morire soltanto a metà la sua parte ancora viva le fa tanta pietà, al ballo mascherato della celebrità.
Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno accesa soltanto a
metà quel poco che mi basta per contare i caduti, stupirmi della loro fragilità, e adesso puoi togliermi i piedi dal collo amico che m'hai insegnato il "come si fa" se no ti porto indietro di
qualche minuto ti metto a conversare, ti ci metto seduto tra Nelson e la statua della Pietà, al ballo mascherato della celebrità.
SOGNO NUMERO DUE
Imputato ascolta, noi ti abbiamo ascoltato. Tu non sapevi di avere una coscienza al fosforo piantata tra l'aorta e l'intenzione, noi ti abbiamo osservato dal primo battere del
cuore fino ai ritmi più brevi dell'ultima emozione quando uccidevi, favorendo il potere i soci vitalizi del potere ammucchiati in discesa a difesa della loro celebrazione.
E se tu la credevi
vendetta il fosforo di guardia segnalava la tua urgenza di potere mentre ti emozionavi nel ruolo più eccitante della legge quello che non protegge la parte del boia.
Imputato, il dito più lungo
della tua mano è il medio quello della mia è l'indice, eppure anche tu hai giudicato. Hai assolto e hai condannato al di sopra di me, ma al di sopra di me, per quello che hai fatto, per come lo
hai rinnovato il potere ti è grato.
Ascolta una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge.
Oggi, un giudice come
me, lo chiede al potere se può giudicare. Tu sei il potere. Vuoi essere giudicato? Vuoi essere assolto o condannato?
CANZONE DEL PADRE
- "Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi solo i sogni che non fanno svegliare". - "Sì, Vostro Onore, ma li voglio più grandi." - "C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre. Non
dovrai che restare sul ponte e guardare le altre navi passare le più piccole dirigile al fiume le più grandi sanno già dove andare." Così son diventato mio padre ucciso in un sogno precedente il tribunale
mi ha dato fiducia assoluzione e delitto lo stesso movente.
E ora Berto, figlio della Lavandaia, compagno di scuola, preferisce imparare a contare sulle antenne dei grilli non usa mai bolle di sapone per
giocare; seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici avvolta in un lenzuolo quasi come gli eroi; si fermò un attimo per suggerire a Dio di continuare a farsi i fatti suoi e scappò via con la paura di
arrugginire il giornale di ieri lo dà morto arrugginito, i becchini ne raccolgono spesso fra la gente che si lascia piovere addosso.
Ho investito il denaro e gli affetti banca e famiglia danno rendite
sicure, con mia moglie si discute l'amore ci sono distanze, non ci sono paure, ma ogni notte lei mi si arrende più tardi vengono uomini, ce n'è uno più magro, ha una valigia e due passaporti, lei ha
gli occhi di una donna che pago. Commissario io ti pago per questo, lei ha gli occhi di una donna che è mia, l'uomo magro ha le mani occupate, una valigia di ciondoli, un foglio di via.
Non ha più la
faccia del suo primo hashish è il mio ultimo figlio, il meno voluto, ha pochi stracci dove inciampare non gli importa d'alzarsi, neppure quando è caduto: e i miei alibi prendono fuoco il Guttuso ancora da
autenticare adesso le fiamme mi avvolgono il letto questi i sogni che non fanno svegliare. Vostro Onore, sei un figlio di troia, mi sveglio ancora e mi sveglio sudato, ora aspettami fuori dal sogno ci vedremo
davvero, io ricomincio da capo.
IL BOMBAROLO
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro non sa con quanto
amore mi dedico al tritolo, è quasi indipendente ancora poche ore poi gli darò la voce il detonatore.
Il mio Pinocchio fragile parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale di
me non farà mai un cavaliere del lavoro, io son d'un'altra razza, son bombarolo.
Nello scendere le scale ci metto più attenzione, sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone proprio nel
giorno in cui la decisione è mia sulla condanna a morte o l'amnistia.
Per strada tante facce non hanno un bel colore, qui chi non terrorizza si ammala di terrore, c'è chi aspetta la
pioggia per non piangere da solo, io son d'un altro avviso, son bombarolo.
Intellettuali d'oggi idioti di domani ridatemi il cervello che basta alle mie mani, profeti molto acrobati della
rivoluzione oggi farò da me senza lezione.
Vi scoverò i nemici per voi così distanti e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti ma finché li cerco io i latitanti sono loro, ho scelto un'altra
scuola, son bombarolo.
Potere troppe volte delegato ad altre mani, sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani, io vengo a restituirti un po' del tuo terrore del tuo disordine del tuo
rumore.
Così pensava forte un trentenne disperato se non del tutto giusto quasi niente sbagliato, cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo, insomma il posto degno d'un
bombarolo.
C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento aspettando l'esplosione che provasse il suo talento, c'è chi lo vide piangere un torrente di vocali vedendo esplodere un chiosco di
giornali.
Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo, ma in prima pagina col
bombarolo.
VERRANNO A CHIEDERTI
DEL NOSTRO AMORE
Quando in anticipo sul tuo
stupore verranno a chiederti del nostro amore a quella gente consumata nel farsi dar retta un amore così lungo tu non darglielo in fretta, non spalancare le labbra a un ingorgo di parole le tue labbra così
frenate nelle fantasie dell'amore dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre" nell'ipocrisia dei "mai" non son riuscito a cambiarti non mi hai cambiato lo sai.
E dietro
ai microfoni porteranno uno specchio per farti più bella e pensarmi già vecchio tu regalagli un trucco che con me non portavi e loro si stupiranno che tu non mi bastavi, digli pure che il potere io l'ho
scagliato dalle mani dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni per ritornare dopo l'amore alle carezze dell'amore era facile ormai non sei riuscita a cambiarmi non ti ho
cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro i tuoi occhi assunti da tre
anni i tuoi occhi per loro, ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo e troppo stanchi per non vergognarsi di confessarlo nei miei proprio
identici ai tuoi sono riusciti a cambiarci ci son riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri ne sappiano niente dimmi senza un programma dimmi come ci si sente continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare
al dito farai l'amore per amore o per avercelo garantito, andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori o resterai più
semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai.
NELLA MIA ORA DI LIBERTÀ
Di respirare la stessa aria di un secondino non mi va perciò ho deciso di rinunciare alla mia ora di libertà se c'è qualcosa da spartire tra un prigioniero e il suo piantone che non sia
l'aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione che non sia l'aria di quel cortile voglio soltanto che sia prigione.
È cominciata un'ora prima e un'ora dopo era già finita ho visto
gente venire sola e poi insieme verso l'uscita non mi aspettavo un vostro errore uomini e donne di tribunale se fossi stato al vostro posto... ma al vostro posto non ci so stare se fossi stato al vostro
posto... ma al vostro posto non ci sono stare.
Fuori dell'aula sulla strada ma in mezzo al fuori anche fuori di là ho chiesto al meglio della mia faccia una polemica di dignità tante le grinte, le
ghigne, i musi, vagli a spiegare che è primavera e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera e poi lo sanno ma preferiscono vederla togliere a chi va in galera.
Tante le grinte, le
ghigne, i musi, poche le facce, tra loro lei, si sta chiedendo tutto in un giorno si suggerisce, ci giurerei quel che dirà di me alla gente quel che dirà ve lo dico io da un po' di tempo era un po'
cambiato ma non nel dirmi amore mio da un po' di tempo era un po' cambiato ma non nel dirmi amore mio.
Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d'obbedienza fino ad un gesto molto più
umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a capire che non ci sono
poteri buoni.
E adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali tranne qual'è il crimine giusto per non passare da criminali. Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba
il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame.
Di respirare la stessa aria dei secondini non ci va abbiamo deciso di
imprigionarli durante l'ora di libertà venite adesso alla prigione state a sentire sulla porta la nostra ultima canzone che vi ripete un'altra volta per quanto voi vi crediate assolti siete lo
stesso coinvolti. Per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti.
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