Avvertenza!
Legge 633/41 art. 70 comma 1:  "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento,
sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purchè non costituiscano concorrenza alla utilizzazione economica dell'opera."
In altre parole: i testi delle canzoni che trovate su questo sito possono essere utilizzati solo ed esclusivamente per  uso personale o di discussione.
Maggiori info (e la legge completa) sul sito della SIAE (Diritto d'autore e Web / Ufficio Multimedialità / Domande e risposte-  (artt. 72 e segg. Legge 633/41))

 

Testi Libertà Obbligatoria

I Reduci

E allora è venuta la voglia di rompere tutto
le nostre famiglie, gli armadi, le chiese, i notai
i banchi di scuola, i parenti, le "centoventotto"
trasformare in coraggio la rabbia che è dentro di noi.

E tutto che saltava in aria
e c'era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio
la storia.

E allora è venuto il momento di organizzarsi
di avere una linea e di unirsi intorno a un'idea
dalle scuole ai quartieri alle fabbriche per confrontarsi
decidere insieme la lotta in assemblea.

E tutto che sembrava pronto
per fare la rivoluzione...
ma era una tua immagine o soltanto
una bella intenzione.

E allora è venuto il momento dei lunghi discorsi
ripartire da zero e occuparsi un momento di noi
affrontare la crisi, parlare, parlare e sfogarsi
e guardarsi di dentro per sapere chi sei.

E c'era l'orgoglio di capire
e poi la certezza di una svolta
come se capir la crisi voglia dire
che la crisi è risolta.

E allora ti torna la voglia di fare un'azione
ma ti sfugge di mano e si invischia ogni gesto che fai
la sola certezza che resta è la tua confusione,
il vantaggio di avere coscienza di quello che sei

ma il fatto di avere la coscienza
che sei nella merda più totale
è l'unica sostanziale differenza
da un borghese normale.

E allora ci siamo sentiti insicuri e stravolti
come reduci laceri e stanchi, come inutili eroi,
con le bende perdute per strada e le fasce sui volti
già a vent'anni siam qui a raccontare ai nipoti che noi

noi buttavamo tutto in aria
e c'era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio
la storia.



L'Inserimento

Bisogna che ne faccia qualcosa di me.
Vediamo un po': cosa posso fare da grande? Ora ho trentasette anni.... "andate a lavorare!"... mio zio non è ancor morto... Lui l'ha sempre detto che sono sprecato.
Eh sì, perchè io, potenzialmente... potrei far tutto.
Non so se provare o no. Potrei riiscrivermi all'Università, mi mancano venticinque esami. Sono stato stupido. Potevo approfittare al tempo degli Unni. Quando si entrava nelle aule, dai professori, col libretto in mano: "Firma, vecchia bagascia!". Gliene abbiamo messa di paura.... "Ditemi borghese, ditemi pure borghese non di più". Il termine borghese di merda per loro era il più leggerino, era come dire che uno non aveva più vent'anni! E come firmavano: trenta, trenta, trenta... Gliene abbiamo fatta di paura al tempo degli Unni!
Ora Attila è assessore, gli Unni sono un po' sfasciati. E' normale dopo i periodi di splendore, dopo le vittorie.
Come l'impero romano, si sa. Ti metti a suonare la chitarra... è la fine...
Quattro libri sulla decadenza dell'impero romano. Tre righe sulle vittorie. Gli storici si divertono più con gli sfaceli. Devono essere tutti della scuola di Francoforte.
L'università non va più bene, è tornato tutto come prima, anzi... ti fanno certi mazzi!... E fanno bene. Hanno bisogno di gente preparata per la produzione... e il fine giustifica i mazzi...
Per ora va bene. M'arrangio qua e là, lavoretti saltuari, che se un domani fai lo scrittore li metti nella biografia.
Ce ne ho due più di Henry Miller. Miller non ha fatto il ladro e le collanine. A noi ci hanno rovinato quelli lì... i Miller e i Kerouac, on the road... on the road... On the road noi! E loro a casa... gattacci neri finti, hanno portato scarogna solo a noi, che siamo ancora qui a vendere le collanine. Non posso mica vendere le collanine fino a sessantacinque anni! Bisogna che mi dia un limite. Non mi ci vedo: magro, tutto bianco, un po' d'artrosi, ma allegro...Il nonno dei fiori!
No, basta, devo rimettermi a studiare. Diventerò ingegnere, passerò dall'altra parte... coi gatti bianchi. C'è solo da attraversare il fiume... esito... faccio il salto...
Calma, un momento... Li guardo un po', prima... Non sarò come loro, questo è certo. Li vedo, li vedo. Sempre pronti a rincorrere un direttore nei corridoi, a divincolarsi vicino a lui, parlandogli un po' dal basso, ossequiosi scodinzolano, continuano a corrergli dietro, inciampano, lo raggiungono ancora, sempre più bassi... E poi se lo guardano, lo seguono a passettini e annuiscono, viscidi, striscianti, schifosi.
E a casa minestrina al burro, il corriere... Ci vogliono delle minestrine al burro per essere come loro... E la moglie come li capisce!... E i tre figli... ci vogliono tre figli... Scopano, però!... Non mi sembrava... come hanno fatto?... Certo, ci vogliono tre figli... e l'amore, la fedeltà... la loro fedeltà a tutto...
Come hanno fatto?...



Flash

Si comincia così
dalle fotografie fatte alla stazione
in quelle macchinette
si alza la tendina e ci si mette in posizione
con gli occhi fermi davanti alle crocette.

Flash! Flash! Flash!
trecento lire
in un minuto quattro foto
flash! flash! flash!
trecento lire
in un minuto un depravato.

[parlato] ...Peccato, credevo di essere più luminoso... È tutta colpa delle macchinette. Mi ricordo anche la Patrizia, giovane, tratti regolari, carina... 'flash!... assassina!
È così, Patrizia, si comincia così.

Si comincia così
davanti agli sportelli
di un ufficio postale, ti senti un po' impacciato
e ti guardano male.
Io sono calmo, li ho contati, ne ho davanti nove,
una donna si insinua, le donne son più brave.

Io sono calmo, però
la controllo con l'avambraccio
tengo duro in silenzio
lei mi odia, io la schiaccio
aiuto, ce l'ha fatta, s'è insinuata
maledetta, l'avrei ammazzata!

Meno male, si sono ribellati tutti,
ci si urta
ci si spinge senza complimenti
siamo impazziti, siamo furiosi, siamo stravolti,
è più che giusto
siamo assetati di documenti.

[parlato] E tu Patrizia, che faccia fai quando vai in un ufficio a chiedere una tessera? Come fai?... Non ti conosco.
E Mauro, il tuo Mauro che va sempre in India... L'avrà dato anche lui l'esame della patente, in macchina con l'ingegnere... Sembra impossibile.
E che faccia avrete quando pagherete le tasse?... C'è gente che non può pagare le tasse, non può fisicamente.
Dovrebbero pensarci.
Non importa, Patrizia. Ormai ce le siamo fatte le fotografie... Flash!

Ti ci abituerai
ti ci abituerai,
si comincia sempre così
da una fotografia,
ti servirà dovunque
l'avrai sempre presente,
fa già parte di te
non puoi buttarla via.

Non la puoi strappare
non ci riesci,
è un essere uguale a te stesso
che non conosci

e porterai a spasso
un doppio di te
una specie di morta venuta male
con gli occhi in fuori
una criminale che non ti lascia mai.

Ti ci abituerai
ti ci abituerai
noi non faremo più
nessuna resistenza

noi che eravamo certi
di non esser coinvolti
ora si può contare
sulla nostra presenza.

Lo sai che siamo attesi
alla mutua e all'igiene
alle scuole, agli ospedali
ai seggi elettorali.

lo sai che siamo attesi
con le nostre carte
coi timbri, i fogli, i registri,
coi certificati, le carte da bollo
identificati da schede e da nastri
siamo sommersi, siamo dentro fino al collo.
Flash!



Le carte

...Senza offesa, lei è giovane, se ne faccia una scorta, più che può! Le carte sono importanti, sono tutto... ssst!... per sapere chi sei... per farglielo vedere!
Guardi, senza offesa , ne ho quattro borse, ci dormo sopra. Sapete com'è... nella confusione tutti ti fregano le carte. Lasci lì il tuo atto di nascita e... non lo trovi più. Sei rovinato.
È difficile rifarsi una vita... senza essere nato!...
E intanto, da qualche parte, c'è qualcuno che se lo gode il tuo atto di nascita... Ingordi, affamati di identità!
Io non mi posso lamentare, guardi: quello che basta. Ma ce anche chi ne ha più di me. Parlavo con uno così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa: "Lei non sa chi sono io!..." tratratra!... Era tutti. Che invidia!
Mi creda, non bastano mai. È colpa della pace. Troppo ordine.
In guerra c'era un gran casino, potevi sgattaiolare. In pace... non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum... Carte! Altro che Cartesio!
E poi manca sempre qualcosa. hai voglia di essere prudente.
Lei non mi crederà, ma quando vedo la polizia... il tremore. Eppure ci ho tutto... credo. Tutto dentro le borse, più i bolli incorporati, guardi, attestato di miopia, scadenza '78, guardi, deve eseere visibile. Ci ho tutto, eppure fischio... fischietto sempre quando c'è la polizia. E gli butto lì quattro borse, indifferente. Tre giorni... tre gironi a Ventimiglia... Si capisce, gli danno un'occhiata... Ma ce n'è anche di buoni, di padri di famiglia, chiudono un occhio.
E così io posso essere Lorenzi. Perchè io sono Lorenzi... O no? Non importa, non si saprà mai. L'importante è che sono in regola, ce l'ho tutte le carte, altrimenti come fai?...
La gente si rassomiglia, si rassomiglia troppo. Non si riconosce più un boxer da un levriero, mi creda, che differenza c'è? Niente: una tamponatine. È la medaglietta che conta.
Uno ammazza un ragazzo vicino a Roma, si mette un paio d'occhiali, va in Svizzera:... "Sono Cary Grant"... e, se ci ha le carte... passa.
Scusi, ma lei è proprio lei? Senza offesa, ne ho visti di tipi come lei. Ero così anch'io. Non è rimasto più niente dell'individuo, mi creda, niente. Finito, sgretolato... Vuole un certificato? Scusi la rima. Ero un poeta io... Lo prenda, lo prenda... Quelli che resistono sono i peggiori, una valanga di spostati, come all'uscita dei conservatori. Lo prenda prima che sia troppo tardi. Anch'io ero come lei, ero un poeta, ma ho smesso. E dopo un po' tutti quelli che smettono si rassomigliano, come io e lei. Sul terreno della sconfitta, mi creda, non c'è nessuna differenza tra un filosofo che fa il barista, un ladro in disuso e un rivoluzionario smesso, senza offesa.
Tra un po' saremo tutti uguali. Tutti uguali, certo, nei fallimenti. Ecco, questa sì che è una bella aggregazione! Vengo anch'io... senza offesa.
Le persone si uniscono, mi creda, per un autobus che non hanno preso.



Il Delirio

Se si vivesse a lungo
non si saprebbe più dove andare
per rifarsi una felicità

dovunque abbiamo abbandonato
degli aborti di felicità
a marcire negli angoli delle strade.

[parlato] L'India è un museo di tentativi di felicità, e l'Africa, il Pakistan...

Il mondo è un museo di sforzi
che restano a metà
di sforzi per rendere vani
i nostri slanci, le nostre gioie, i nostri amori.

[parlato] Cantare, cantare le Beatici, le Laure. Mettere incinta le cameriere... E accorgersi di avere sempre adorato... a buon mercato.
Bisogna essere più precisi
nell'amore, nei gusti
nelle passioni, nella scelta dei posti

sono dappertutto i nostri aborti
sparpagliati da tutte le parti

E tentiamo ancora
perché è giusto tentare
e produciamo slanci
che poi buttiamo in mare
che si spezzano subito e li buttiamo via
e diventano aborti, aborti di allegria.

E se la nostra allegria fosse un dolore
un dolore straziante, solitario
in ogni strada ci sarebbe un urlo.
il delirio... il delirio...

Se si vivesse a lungo
non si saprebbe più come fare
per rifarsi una rabbia giusta,

sì perché anche di rabbia,
anche di odio
noi lasciamo troppi aborti in giro.

[parlato] L'Italia è un museo di tentativi di sovversione, di fermenti nuovi, di cose che nascono... che crescono...

Il mondo è un museo di sforzi
di strane acrobazie
per rendere più efficace
il nostro impegno, la nostra rabbia, le nostre follie.

[parlato] Non si può dire che manchiamo di volontà. Tentativi da tutte le parti: una rassegna, una rassegna di pezzi. Una fiera campionaria di cose abbozzate e messe in mostra: un pezzo d'amore, una rabbia finita male, un po' di politica, un inizio di cultura. Se tu avessi bisogno di tentativi, ce n'è per tutte le occasioni della vita. Basta saper scegliere.
Bisogna essere più precisi
anche nell'odio, nell'eresia
nell'indirizzare la rabbia, la follia

la nostra impotenza, la nostra incertezza
ci limita ad odiare senza nessuna esattezza.

Ci vuole un odio, un odio che rimane
non basta sapere che abbiamo cominciato bene
le nostre ribellioni non durano molto
sono aborti di rabbia, di rabbia senza volto.

Non è soltanto una rabbia, è già pazzia
uno sfogo straziante, solitario
e in ogni strada c'è davvero un urlo
il delirio... il delirio...

È un uomo rabbioso che odia da solo
ma ormai non fa niente di male
abbaia alla luna, non morde nessuno
persino il delirio diventa una cosa normale.

Ho bisogno di un delirio
che sia ancora più forte
ma abbia un senso di vita
e non di morte.



La Cacca Dei Contadini

E' la cacca dei contadini. Tutto lì...: la cacca dei contadini.
Me l'ha spiegato Fortini. A lui piacciono queste storie, e anche a me.
In Russia, durante la rivoluzione, i contadini entravano nei palazzi dello Zar e cagavano dentro i suoi preziosissimi vasi: un gesto di spregio, di disprezzo, di distruzione. Bello, stupendo!...
Sì, ma perché bello? Perché la distruzione, la cacca dei contadini, è importante se ha un senso storico, se c'è qualcuno che la raccoglie. E in quel momento c'era un Lenin che la raccoglieva... non la merda... il significato.
No, non è che uno deve vedere se c'è Lenin prima di cagare. È che... intanto noi non siamo contadini, non c'è la rivoluzione... e poi non si sa dove cagare!
Sui Brion Vega, forse... potrebbe essere un'idea... quelli bianchi, Più bidè, però...
Non importa. Un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino perché bene o male rompe con le convenzioni. E anche se lo sbagli non ti senti mai piccolo. Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare.
È nelle piccole cose, nel muovere una mano, nell'essere scoperti da un altro in un gesto poco simpatico, una piccola stonatura che magari nessuno ha notato... Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso e ci possono far arrossire fino all'inverosimile.



Il Comportamento

Mio nonno è sempre mio nonno
è sempre Ambrogio in ogni momento
voglio dire che non ha problemi di comportamento.

Ma io non assomiglio ad Ambrogio
l'interezza non è il mio forte
per essere a mio agio
ho bisogno di una parte.

Per esempio, quando sto in campagna
ed accendo il fuoco nel camino
lentamente raccolgo la legna
e mi muovo come un contadino

e se in treno incontro una donna
io mi invento serio e riservato
faccio quello che parla poco
ma c'ha dietro tutto un passato.

E se mi viene bene
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.

Qualche volta metto il mio giaccone
grigio verde tipo guerrigliero
me lo metto e ci aggiusto il mio corpo (1)
e già che ci sono anche il mio pensiero

e se invece sto leggendo Hegel
mi concentro, sono tutto preso
non da Hegel, naturalmente
ma dal mio fascino di studioso.

E se mi viene bene
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.

Mio nonno si è scelto una parte
che non cambia in ogni momento
voglio dire che c'ha un solo comportamento.

Io invece ho sempre bisogno
di una nuova definizione
del resto lo fanno tutti (2)
è una tacita convenzione.

Ma da oggi ho voglia di gridare
che non sono stato mai me stesso
e dichiaro senza pudore
che io recito come un fesso.

E se mi viene bene
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.

Se un giorno noi cercassimo
chi siamo veramente
ho il sospetto
che non troveremmo niente.



Il dono

Oh! Mi è arrivato un dono. Che bello! Qualcuno ha pensato a me.
Sarà un Brion Vega... Eh no, su questo non ci cago! Chiaro: quando sono nei negozi... tanti... e allora ha anche un senso rompere tutto. Ma questo... me lo metto in camera e...click! Capodistria. Un po' sdoppiato però. Queste cose mi fanno impazzire... (gesto come a regolare il televisore) Meno contrasto: migliora... però fa la neve! "Va bene, va bene così, non lo toccare, andava benissimo" gli altri dietro "Andava benissimo!" Hanno sempre paura che lo peggiori. E no! Lo miglioro, io, no? E poi è mio! Me l'ha regalato lo zio.
Bello il senso del dono, questo gusto che si sta perdendo di godere della gioia dell'altro...
Maledizione! Ora devo contraccambiare. Questa è l'insidia del dono.
La donazione, oggi, è sospetta di intenzioni inconfessate, e allora ti viene la fretta di sdebitarti. Tremendo!...
No, non per i soldi. Scegliere qualcosa... per lui. Cercare nelle sue gioie, capire cosa ama, qualcosa che lui possa toccare con gusto... entrare... Praticamente pensare a un altro... come fosse un soggetto.
Impossibile. Divento matto. Che Natale!
Ma non sarebbe meglio mandarsi del denaro? Diecimila a te... diecimila... diecimila... poi ritorna... La catena di santantonio! Impossibile. Lo zio è sensibile, ci vuole qualcosa di più affettuoso... (pensa, guarda) Il frigorifero ce l'ha... e poi gli manca quel calo... No, a me piace il frigorifero: discreto, educato, silenzioso... bzzz... un po' freddino, nordico, socialdemocratico... mi trovo bene. La lavatrice non la sopporto: latina, carattere spagnolo, sanguigna, tremenda, calda, invadente... trrr-popo trrr-popo... non sta mai ferma, va lì a tampinare la lavastoviglie... Già, c'è anche la lavastoviglie... il bidone aspiratutto... il frullatore... il tostapane... l'affettatrice...
...Aiuto!... (si guarda in giro) sono circondato... bisogna fare qualcosa, aiuto! Altro che zio, bisogna fare qualcosa... aiuto... sono circondato... Che vogliono?... Io non ci ho niente!... Chi sono?... Io non ci ho niente di mio... Io spezzo tutto, rompo, distruggo, butto via... io... ecco, via!... fuori dalla finestra, via, una montagna... ecco così... le case vuote, tutto nella strada... fuori, via!... Montagne, montagne di rifiuti... scatole, cartacce, stracci, cocci... buon anno!... pentole, cucchiai, una ruota di bicicletta... una ruota di bicicletta?... sì, una ruota di bicicletta!... pannolini, pillole, escrementi, vasi da notte, attaccapanni, mezzo armadio, un camion, una nave!...
Mi sono lasciato prendere la mano.
Non importa, una montagna, una montagna di...
Ogni giorno una città come Milano accumula duemilacinquecento tonnellate di rifiuti... duemilacinquecento tonnellate...
C'è da pensarci. Intendiamoci, non si può dire alla gente di consumare di meno e di produrre di meno. È un'utopia.
L'unica salvezza è il riciclaggio dei rifiuti... o la disintegrazione.
Io sono per il riciclaggio. Mi sembra più serio come lavoro e meno di spreco. Bisogna organizzarsi bene, selezionare, catalogare, classificare... e tutti al lavoro per il riciclaggio. Certo, anch'io, mi piace, ce l'ho nel sangue il riciclaggio, io... è una questione di coscienza. Avanti, al lavoro, in quest'ammasso di roba enorme, anche schifosa. Non importa, cerca, distingui, ammucchia: le plastiche da una parte, il riciclaggio è un lavoro collettivo, importante, da fare con un certo impegno, tutti insieme, certo, le plastiche da una parte, e poi i vetri, e poi i metalli, buoni i metalli, ecco, da una parte, con cautela, e gli escrementi... ce ne viene di roba con quelli... No, il gatto no... non c'entra. Via di lì! Di chi è questo gatto? È vivo per di più... Attento che ti riciclo, che poi arriva la macchina che ti schiaccia, ti fa un pacchetto, ti fa un cubo, attento devi scappare, anch'io, anch'io!... Clack! Riciclato... Con la merda!



Lona

[parlato] Era una giornata di ottobre anche troppo qualunque, inerte. Ed è proprio in queste giornate che senti o ti illudi di poter dare un colpo di timone alla tua esistenza.

E poi mi ricordo
eravamo io, Giulia e Lorenza
e si correva in una strada sabbiosa
e tu ci venivi dietro con indifferenza
per non farci capire che eri gelosa.
Era il giorno in cui mi accorsi del nostro sfacelo
e decisi di starmene un po' solo.

Poi ho vissuto con Giulio
eravamo della stessa razza
e leggevamo le stesse poesie
mi piaceva la sua delicata e inquietante dolcezza
e si fondevano bene le nostre malattie.
Si cenava alla sera alle nove e piano piano
con la stessa dolcezza noi ci odiavamo.

Piano piano era già diventato
un rapporto pazzesco
e allora capii
che era meglio un pastore tedesco.

Oh, oh Lona!
È buona la Lona, è un cane perfetto
mi piace la sua distaccata, elegante fierezza
è un cane di razza, un esemplare stupendo
se la chiamo risponde al comando
e si muove di scatto
ho trovato con lei
finalmente un rapporto perfetto.

Oh, oh Lona!
Le apro la bocca per farle un dispetto
lei reagisce, fa finta di mordermi, ma per giocare
si fa accarezzare e senza chiedermi niente
mi sta sempre vicino la Lona,
vuole solo il mio affetto
io la chiamo al mattino,
lei mi mette le zampe sul letto.

Buona Lona, devo uscire un momento
Buona buona, cosa ci hai da guardare
torno presto, lo sai, non ti posso portare
Ecco, vedi, sono già tornato
hai visto Lona, non sono partito
non fare quella faccia, non guardarmi così
sono qui.

Basta Lona! che cosa ti piglia?
Non lo vedi che mi ami troppo, che mi ami male?
Non è mica normale
anche se uno non vuole va sempre a finire così
che ci si assomiglia
tu sei tutto per me
sei una madre una moglie una figlia.

Ma non vedi come mi hai ridotto
sono sfinito, mi hai distrutto
non posso mangiare nel piatto dove mangi tu
non posso leccarmi i baffi
rincorrere gatti e farfalle
adesso ne ho piene le palle, non ne posso più.

Lona non mi puoi rimproverare
sto strisciando, ho imparato ad abbaiare
non parlo, non rido, non piango
mi gratto, mi annuso, mi rotolo nel fango
cammino a quattro zampe, non vedo più il cielo
comincio a ringhiare, mi è cresciuto anche il pelo

e mangio come un cane e dormo come un cane
e frugo per terra con il muso
e ti odio come un cane,
ti sbrano come un cane
ti ammazzo come un cane rabbioso
non ne posso più, non ho più rimorsi
non ho più pietà
non m 'importa un cazzo
ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo!

[parlato] Lona che pensi? Lo sento che pensi a qualcosa. Non sono violento. Non ci ho niente da dimostrare io. Te lo sei inventata tu che ero il padrone... io non sono violento. La dovevi smettere di chiedere... è tutto lì. Ecco cosa dovevi fare...
Chiedere, sempre chiedere!... E poi tu chiedi male... cioè, è quel chiedere e non chiedere, avere paura... ferita, ecco, sempre ferita, con quegli occhi lì... Guardala!
Non c'è niente di peggio di chi ci resta male. Di tutti i modi di chiedere è il più tremendo. Meglio che uno dica: " voglio, voglio, voglio ", come (abbaia) mica (guaisce).
Fai la vittima, eh? E quando fai la vittima credi di essere remissiva, e invece sei violenta. Ecco, si, sei tu che sei violenta. Eh, si. Perché, la violenza si fa solo col fucile? E la violenza non aggressiva? E la violenza docile? La violenza di chi non può essere abbandonato, di chi non ce la fa a star sola e fa quella faccia lì, quegli occhi lì che conosco a memoria, che fa finta di dire " tu puoi anche andartene via... "
Non è vero, non è vero che esistono due possibilità. Io ce ne ho una sola... E questa è violenza. Non posso andar via perché mi ricatti, mi ricatti col tuo dolore assurdo!...
Scusa... Mi ricatti con l'amore, col tuo grande amore.
A me non mi fa niente bene essere amato molto. Almeno così. Dammi retta, appena uno ti ama così scappa. Non è mica gratis. E pensare che c'è chi si lamenta perché non è amato. Ma essere amato allora? È una cambiale... prima o poi la paghi. Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe... Un incubo.
Mi piacerebbe essere un camionista coi vetri tappezzati di cani e di donne... Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire. Insomma, si fa per dire... Non ti offendere, Lona, non l'ho detto per te. Certo, certo. Se ci avessi avuto un camion ti avrei portato con me.

E poi mi ricordo
che senza un preciso ricordo
rivedevo gli amici come un convalescente
camminando in posto affollato e un po' assurdo
con la faccia di uno che ne ha passate tante
e il mio orecchio un po' sordo, un po' assente, registrava
le parole di un amico che mi raccontava

tutto quello che era successo
quando non c'ero.
Statistica di coppia:
sopravvissuti zero.



Il Sogno Di Gesù

Quando si è un po' filosofi non si sogna mai a caso.
Ero una specie di Diogene... con una lampada in mano. In un posto che poteva essere Roma. Cercavo l'uomo in questo sgretolamento...
Sento cantare da lontano... Sarà Claudio Villa. Si avvicina... Non era Claudio Villa... più moderno. Era Gesù! Cristo!
Bello, luminoso, stupendo, capelli lunghi, un filino di neon intorno... che fa: bzzzz... L'avrei baciato. No, gli porta male.
"Maestro, qui è un disastro, manca lo spirito! Guardi, guardi, lei che se ne intende".
"Figliolo, non avete capito niente!" credevo fosse più gentile, "Non è una problema di spirito. Il segreto... sta nel corpo".
Com'è semplice, lapidario... sempre stato. Si capisce tutto, altro che Hegel!
"Sì, maestro, d'accordo, via lo spirito..." Toh, Hegel! "Ma anche come corpo qui... catastrofe! L'ha letto l'IO DIVISO... catastrofe".
"E io, ai miei tempi, cosa credi abbia trovato? La decadenza, lo sfasciamento... io me ne intendo di sfaceli. (canta) Oh, oh Roma!"
Spiritoso Gesù, sempre col dito alzato. Ho capito da chi ha preso Montini!
"Ascolta Gesù, non riesco a farti capire, forse sei un po'... insomma, sono passati un po' di anni. E poi tu non hai mai capito un granché di storia. Non te ne fare una croce. Sì, insomma, anche noi si tenderebbe all'interezza del corpo. Solo che le nostre condizioni storico-politiche... va be', e arabo per te... insomma l'educazione, la repressione...".
Mi interrompe:
"Ti capisco, ti capisco figliolo. Anch'io ci ho avuto un padre autoritario. Mia mamma mi lasciava far tutto... e mi sono sganciato. Mi sono occupato dell'uomo, mica astrazioni, e ho fatto tutto un lavoro sul corpo... Guarda qui!" (fa vedere le mani)
"La Madonna! Cioè, Gesù, fatti vedere!... Non nel senso... voglio dire, fatti capire. Tu non sei famoso per il corpo, sei famoso... insomma... sei un po' evanescente".
"Ma che evanescente! Sono corporeo... io. Non ci ho niente di divino. Non mi ha mai sfiorato neanche l'idea. Io vivo".
"Ma questo rovescia tutto!"
"Era ora! Io vivo, parlo anche poco, non è vero quello che dicono. Faccio delle cose... semplici... come respirare... un'energia naturale dentro di me, mica fuori. Quella ce l'ha il mio babbo, dicono. Non ho mai parlato di anime, io. Ho fisicizzato tutto. Basta guardare come mi muovo: sono l'unico che sa camminare in un prato".
Oh mamma, come si muove bene! È tutto corpo. Bello, bello senz'anima... come noi.
"Eh no. Voi siete brutti, stupidi, ideologici, mentali. Voi, anche quando parlate di corpo, siete testacchioni, distaccati. Aandate sempre di testa. Andate di corpo!".
"Sì, sì, ma ci siamo mossi. Credi che non ce l'abbiamo il problema di fisicizzare?".
"Le ho sentite, le ho sentite le tue storielle: magiare un'idea..." e ride.
"Cosa ridi?" E lui ride ancora.
"E io cosa volevo dire con la comunione? L'idea... che ti entra nel corpo. Non avete capito un'ostia! Le ho dette duemila anni fa, quelle stupidate lì. E quell'altra: chiedo scusa se parlo di mia mamma... Ho sempre parlato... di pane, io... di roba semplice. Mica teologia. È che dopo non li agguanti più. Ti credono troppo, ti capiscono male. La colpa è di quei matti che, con la scusa del mio nome, vanno, vanno, vanno, di testa fanatici, scalmanati, ne fanno di tutti i colori in giro per il mondo". E canta: "Il delirio!"
Però, che orecchio! "Sì, sì, ma anche tu sei sicuro che... un po' di ideologia... no?... Quando hai detto a San Pietro... di mettere... sì... la pietra?..."
"Eh sì, lì ho fatto una cazzata! È per mio padre, sai. Non ci ha mai avuto una casa. Però bella, eh?... solida. Un chiesone che non finisce mai. Perché se uno fa le cazzate, perlomeno che le faccia bene! Se penso a voi... mi fate pena. Ogni sei mesi... una chiesettina... Poi crolla... un'altra chiesettina... un'altra... Non vi dura niente la roba!".
"Certo, perché crediamo nel movimento, noi!".
"E allora, perché fate le chiesine?".
"Già. E come si fa a non farle? Me lo dica maestro".
"Figliolo, cerca di sognarti Marx. Mi dispiace, io ci ho il mio specifico ". E sta per andarsene... " Oh, oh, Roma!"
"No, no! Un momento, maestro! Qui l'uomo muore!".
"E be'? Che c'è di male. Tanto risorge, no? La resurrezione del corpo... Semplice!... Buona Pasqua!"



L'Uomo Muore

[parlato] Ecco, gli animatori prendono posto, i riflettori si accendono, tutto è pronto. L'azione sta per cominciare.
E' uno spettacolo senza precedenti, un lavoro colossale, una rappresentazione drammatica e sconvolgente.

Gente silenziosa si prepara per un rito
senza precedenti nella storia.
Non si sa nemmeno se abbia un nome il condannato
un'immolazione senza gloria.


[parlato] Non è una finzione scenica, lo bruciano davvero, iperrealismo, nemmeno Iacopetti...

Alto come il cielo, un grande fuoco
sta per cominciare il sacrificio!...

Dài!... dài!... brucia!... brucia!...

Negli autobus del centro l'uomo muore
nei campi seminati l'uomo muore
ha ancora braccia e gambe e un corpo sano
nei cinema affollati l'uomo muore
eppure ci ha gli occhi aperti e un volto umano.

Brucia, brucia
si agita e si contorce
brucia, brucia
ma non c'è più pietà per lui

Da solo in una stanza l'uomo muore
nei gesti più generosi l'uomo muore
tra un whisky, un libro d'arte, una risata
nei giorni di riposo l'uomo muore
con tutta la sua famiglia abbarbicata.

Brucia, brucia
si agita e si contorce
brucia, brucia
ma non c'è più pietà per lui.

Bruciano i suoi sentimenti
le gioie, gli slanci, l'amore, gli affetti più teneri,
bruciano senza rimpianti
i suoi gesti, il pensiero, gli errori, i contrasti
la sua dignità.

Un grande fuoco nell'aria
alla memoria
no, non c'è alcuna pietà
è la fine di questa società.

[parlato] ...Ecco, basta... via... via piano, così... dissolvenza... adagio.
Ecco, così, piano... via le masse.
Via le masse, ho detto!... Vogliono fare tutti i protagonisti... Via, via!...
Il vecchio è pronto?... Avanti il vecchio. Ecco,così... ecco... bello, fatemelo vedere... di più, di più!... figura intera!...

Vaga tra la polvere del rogo il vecchio saggio
vive del ricordo di quei gesti
Vuole ricomporre il vecchio uomo e con coraggio
cerca tra la cenere i suoi resti.
Raccogliendo i pezzi in mezzo al fumo
ha rimesso insieme quasi un uomo.

[parlato] ...che fa?... Cerca i pezzi!... Li rimette insieme, li incolla, col vinavil... è pazzo!... Un restauratore! Ma dove siamo?!... ohè! Che ci fai con quei pezzi lì? L'uomo?
E no, basta con i rimpianti. Lo sapevo che non eravamo d'accordo sul finale. Chi l'ha detto che la morte non è allegra? Chi l'ha detto che bisogna ricostruirlo? E poi con quei pezzi lì... viene come prima, no? E chi lo rivuole?... il pubblico?... Siete matti, non ci crede più nessuno!
Avete una strana idea della gente. Certo, quando si parla a tutti si hanno delle responsabilità "umane e sociali"... Bello! E allora si fanno le indagini di mercato e si trovano gli ingredienti: un po' di ottimismo e dài con i contenuti umani.
E l'uomo, l'uomo, l'uomo... Quale uomo?... Ma non raccontiamoci balle!... Contenuti umani. Non ci crede più neanche il papa.
Certo, quando si parla alle masse bisogna avere un linguaggio scadente, adatto a tutti. Ci avete una strana idea delle masse. Non piace più a nessuno il vostro uomo!... È a voi che vi fa comodo, siete voi che lo rivolete. Credete alla ricomposizione. Bella roba! Che vorrebbe dire riprendersi tutti i pezzi di prima e rimetterli insieme. Un restauro, un puzzle, uno di quei giochino tremendi che ti spaccano il cervello, che metti insieme tanti pezzettini e viene fuori... mio zio!
Ecco a chi assomigliate, vi ho visto in televisione, assomigliate allo zio!... No, no. Mio zio è più simpatico, ma parla anche lui di contenuti umani. Non ci crede più nessuno...
Non ci crede più nessuno, O ci crediamo tutti?... Paurosi, resistenti, attaccati ai nostri pezzetti bruciati, vecchi, ammuffiti, putrefatti.
Chi l'ha detto che la morte non è allegra?

In cerca di un orgasmo l'uomo muore
nei grandi condomini l'uomo muore
davanti a una cucina apparecchiata
parlando coi suoi figli l'uomo muore
fa ancora una resistenza disperata.

Brucia, brucia
senza nessun rimorso
brucia, brucia
tanto oramai non serve più.

Nel pianto dei poeti l'uomo muore
nei cruscotti lucidati l'uomo muore
nel linoleum degli uffici riscaldati
tra un sorriso e un cappuccino l'uomo muore
nelle sfide tra gli scapoli e ammogliati.

Brucia, brucia
senza nessun rimorso
brucia, brucia
tanto oramai non serve più.

Brucia la sua resistenza
i suoi amori morbosi, gli sforzi
le angosce più inutili.
Brucia i congressi, la scienza
la grande nevrosi, la falsa coscienza
lavata col dash.

Un grande fuoco nell'aria
muore la storia
no, non avere pietà
è la fine di questa civiltà.

[parlato] ...Ecco, è così che dicevo io, ottimo... Macchina indietro, indietro piano... Chi l'ha detto che la morte non è commerciale?... Indietro... indietro... fondou...



La Solitudine

La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.

Uno c'ha tante idee
ma di modi di stare insieme
ce n'è solo due
c'è chi vive in piccole comuni o in tribù
la famiglia e il rapporto di coppia
c'è già nei capitoli precedenti,
ormai non se ne può più.

La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.

Certo, vivendo insieme
se chiedi aiuto
quando sei disperato e non sopporti
puoi appoggiarti.
Un po' di buona volontà
e riesco pure a farmi amare
ma perdo troppi pezzi e poi
son cazzi miei, non mi ritrovo più.

[parlato] Vacca troia!... dove sono?... Eccoli lì che se li mangiano i miei pezzi... cannibali!... Troppa fame, credimi... gli dai una mano ti mangiano il braccio... Ve la dò io la comune!... Cannibali... Credimi, da soli si sta bene... In due? È già un esercito.

La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.

Uno fa quel che può
per poter conquistare gli altri
castrandosi un po'
c'è chi ama o fa sfoggio di bontà, ma non è lui
è il suo modo di farsi accettare di più
anche a costo di scordarsi di sé
ma non basta mai.

La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.

Certo l'eremita
è veramente saggio
lui se ne sbatte e resta in piedi
senza appoggio.
Ha tante buone qualità
ma è un animale poco sociale.
Ti serve come esempio e poi
son cazzi suoi, non lo rivedi più.

[parlato] Vecchia troia!... Se ne frega lui... che carattere... Sì, va bene, ci ha del fascino, ma è un po' coglione, credimi... Che provi, che provi lui a fare un gruppo... come noi! Giù dal monte... porca vacca!... No, eh... si rifiuta... che individuo. Meglio noi... credimi: sempre insieme, che costanza, uniti... attaccati... sempre attaccati... come i ciglioni...

La solitudine
non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia.



La Coscienza

.La bruttezza... è psicosomatica.
Te la fai da te, con la tua meschinità, con la tua cattiva coscienza. E così, finalmente, si può andare da uno brutto e dirgli: " Cretino! ".
Solo la coscienza fa bene al viso. Altro che creme!... Mi dispiace per la Max Factor. Oh dio, rimediano eh!... "Caro signore, la nostra ditta non ha esitato a ribaltare le antiquate concezioni sui prodotti di bellezza, e vi offre oggi una nuova, eccellente serie di prodotti anti-smorfia: Adorno per uomo e Cooper per signora".
La coscienza ha un indice di gradimento altissimo. Tutti sono pieni di coscienza: da Famiglia cristiana al PDUP(fa un gesto con le mani ad indicare la distanza fra i due)... Va be', la coscienza è lì. Credevo fosse più grossa.
La coscienza può essere individuale o sociale... famosa. Quand'è tutt'e due insieme... è un casino.
Dimostrazione.
Coscienza individuale: mi occupo di me, della mia sensibilità, del mio modo di amare... E quando ci ho un amore mica male, vado dalla mia donna... glielo metto lì... " Voi uomini non avete fatto un lavoro sul corpo! Si vede! " Tempi durissimi! Prima della liberazione, ancora ancora, si poteva vivere... Torno a casa, riguardo il mio amore, prendo coscienza... qui sono un po' sempliciotto... lima, lima, lavoro come un pazzo, revisiono... un'estate tremenda... gli altri sono al mare coi figoni, stupidi... io studio, torno a ottobre dalla mia donna... e glielo metto lì, il mio amore. Lei lo prende, con cautela; non è più come una volta che ciuf!... si immergevano, ci affogavano dentro, non ci uscivano più. Ora no, ora ci hanno la coscienza.
La coscienza è un salvagente... quella individuale. Quella collettiva?... un canotto. Altra tendenza: tutti dentro. Altro che cazzate esistenziali! Priorità al ribaltamento delle strutture economiche. Il resto viene da sé.
Nel frattempo calci nel culo alla moglie, niente foruncoli personali, le responsabilità sono collettive... Tutti dentro al canotto. Io sono un po' imbranato, va be', chi se ne frega. Remo, è la comunione dei santi che conta!
Calma: qui arriva la fusione. E la coscienza può diventare veramente completa con da una parte tutto il lavoro politico, di lotta e di individuazione del nemico... e dall'altra parte anni di lavoro sul corpo, per renderlo bello, spogliato da tutte le scorie... E finalmente al Parco Lambro: " Nudi sì, ma contro la DC! "
Come se non fosse già abbastanza innocuo prendersela con Fanfani, uno quando lo dice deve essere anche nudo come un cretino!...
Ma chi ha la coscienza non si arrende mai. Ce ne sono altri che sono famosi per la loro coscienza: sempre in prima linea in tutte le battaglie, non perdono un colpo. Perché, se ti senti giusto, ti butti senza esitazioni senza pudori... non ti ferma più nessuno. E ti batti come un leone, da solo contro tutti... E ce la fai, ce la fai anche ad arrivare in televisione... addirittura in parlamento. E via, con tutte le tecniche: dalla pietà alla questua, dal fascino della dolcezza allo spirito battagliero, dal digiuno alla disubbidienza ostentata... E via fino al sacrificio supremo: la galera!
"Io, come esponente dell'onestà, mi ribello e lotto fino alla morte! Io, come paladino, sono pronto a pagare in prima persona! Con la mia coscienza mi butterò nel mare, sì, nel mare infido... Aiuto, aiuto!"
Che disastro, che disastro!...
"Lotterò con le stesse armi dei poveri: la fame!"
Che disastro, che disastro!...
"Sì, con le loro armi e con la mia coscienza! Io, io, io come cavaliere non sono tenuto a sapere se i mulini a vento sono nemici o no! Io sfascio tutto... con la mia coscienza, la coscienza... Potere alle minoranze!... Alla coscienza, al risveglio della coscienza!... La coscienza, la coscienza, la coscienza!!!"
La coscienza è come l'organo sessuale.
O fa nascere la vita... o fa pisciare.



La Smorfia

Basta non guardare
in fondo alla propria faccia
e non frugarsi dentro agli intestini
ogni domanda al corpo
può essere una breccia
un inizio di inquietudini e di ossessioni.

La smorfia avanza da sola
la smorfia non è indulgente, affiora pian piano
e non puoi neanche controllarla
racconta spietatamente come siamo.

E dopo vent'anni si comincia ad avere
la faccia tutta presa da quella smorfia
che avanza sicura con un percorso preciso
e diventa uno specchio di miseri errori
non permette a nessuno di esser bello di fuori
ti vien su dal di dentro e si blocca per sempre sul viso.

Basta non guardare
in fondo alla propria faccia
e non frugarsi dentro agli intestini
ogni domanda al corpo
può essere una breccia
un inizio di inquietudini e di ossessioni.

La smorfia che porta sul viso
un uomo a confezionarla ci impiega una vita
e non sempre riesce a terminarla
da quanto questa smorfia è complicata.

E quanti giri ha dovuto fare
tra le viscere del suo corpo
quasi avesse un fatale appuntamento
quante orribili contorsioni
per raggiungere la sua faccia
per esprimere tutto il suo fallimento.

E l'uomo che ti trovi davanti
in una strada deserta ti fa una certa paura
non tanto per la sua cattiveria
ma proprio per la sua bruttura.

Basta non guardare
in fondo alla propria faccia
e non frugarsi dentro agli intestini
ogni domanda al corpo
può essere una breccia
un inizio di inquietudini e di ossessioni.



I Partiti

...Viva!... Giovanotto, non abbia paura, venga... Lei... si vede... istruito... Stia attento, il terreno... ssvvtt!... Mi capisce? Guardi, guardi quello lì... Era DC. Socialista. Viva!... Mi capisce?
E mia madre, la mamma, una santa... azione cattolica... destra della DC, nel dopoguerra... Ha votato PCI. E allora uno dice: come è cambiata la mamma !... Che dialettica...
No, lei è rimasta uguale, tale e quale. Sono i partiti che... ssvvtt!... slitten... slittano! Viva!...
E se i partiti slittano, da vecchio uno si trova ad essere più rivoluzionario... nominalmente.
Io ci ho un figlio... extraparlamentare. Non beve, gente seria, che non scazza. Ecco, se rimanesse lì... DP... quella roba lì... tra tre o quattro anni ... partito di centro!... ssvvtt!... Capito lo scivolo?
Bisognerebbe saltare sempre, come la lepre... E chi ce la fa?
Perché vede, uno si mette qui, in una fatta... sarebbe la buca della lepre... Ecco, io sono qui, a sinistra. Quell'altro... lì... un'altra buca, più a destra. Giusto, è il suo posto, ci si trova bene. Dopo, i partiti... ssvvtt!... Tutti nella stessa buca. Un troiano. Viva!
Esci dalla buca, se ti riesce... vai più a sinistra, più a sinistra che puoi... il paese si sposta tutto a sinistra: un governo di sinistra!
Dunque: Andreotti, Moro, Rumor... questo lo metto qui... Fanfani qui... Donat-Cattin... Troppo?... Ecco, Colombo... Così, va bene così.
Blululum! Crolla di nuovo. Bisogna cambiare.
Allora: Andreotti lo sposto e lo metto qui... Moro, qui... no, qui c'era già prima... meglio qui... Gui... Gui lo butto via... Moro, Rumor... Mi avanza un Fanfani... Allora sposto Piccoli... con un po' di pazienza...
È calcolato che con gli stessi omini spostati giusti si possono fare tremilasettecentoquarantadue combinazioni!
Viva!



Le Elezioni

Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una giornata molto bella
un'aria già primaverile

in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni

chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.

Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po' a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione,

e poi la gente per la strada
li vedi tutti più educati
sembrano anche un po' più buoni

ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni.

Persino nei carabinieri
c'è un'aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
c'è un gran silenzio nel mio seggio

un senso d'ordine e di pulizia.
Democrazia!

Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina
perfettamente temperata

e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni

e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.

È proprio vero che fa bene
un po' di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata...

io quasi quasi mela porto via.
Democrazia!



Il tennis

...tof... tof... il paese è in una fase delicata... tof... tof... sì, in un periodo di transizione... tof...
"Oggi al Parlamento".
Una mozione... L'avversario si alza, mette lì la sua... Una differenza leggerissima e... (azione di pugilato corpo a corpo) Dopodiché: tutti al tennis... tof... tof... Sì, giocano tutti al tennis!
E qui mi incazzo.
Perché gli piacciono a tutti le stesse cose, mica per altro. E i gusti sono tutto. C'è chi gioca al tennis, e c'è chi gioca al calcio. Certo, la vera cortina di ferro è lì, nei gusti. Le questioni ideologiche? Roba da ridere fra gusti uguali.
I gusti... sono la vera sostanza politica!
E loro hanno scelto il tennis: tof... tof...
No! Panatta non può fare il comunismo! Qualsiasi economista lo sa. Invece loro: belli, puliti, tutti bianchi, impostati, il rovescio, bello, la volè... Ma giocate al calcio, deficienti! Ci cago, io, sulla vostra terra battuta! È la rivincita estetica del giocatore di calcio
Tutte le notti me la sogno. Chiudo gli occhi... un film: Valverde, meraviglioso, campi da tennis, sole... tof... tof... vvvvff... Un film. Buñuel regista... si alza in volo un branco di mucche, lui può! Vvvvff... e su quei bellissimi ragazzi abbronzati, con le mandibole giuste e i denti bianchi... vvvvff... su quella scelta di donne assolutamente belle, così assolutamente da non arrappare nessuno... vvvvff... su quei signori eleganti e raffinati, su quelle signore dai piccoli cagnolini, sulle bibite ghiacciate, sulle Adidas, sulle magliette bianche col coccodrillino, sugli arbitri con la erre francese: quaranta a trenta... tof... tof... parità.
E le mucche: pllaaff... Un lago di merda.
Parità.
Niente, un sogno, tutto pulito. I miracoli non li fa neanche Buñuel.
E Il tennis avanza, e i coccodrillini dilagano, perché è giusto espandere le cose. E beccati un coccodrillino anche te, così si corre con la stessa maglietta.
E il tennis avanza, e non gli resiste nessuno. E ora tutte le fabbriche ci hanno i loro campi da tennis, e si capisce chiaramente che è la base che ha imposto i suoi gusti. Praticamente la proletarizzazione: "Op, bella palla!... Grazie, grazie... Scusa..." Siamo anche educati... "Scusa..."
Ma giocate al calcio, deficienti!
Macché!... "Op, scusa... op... Bellissima la volè vincente di Brambilla!... Op, scusa... op, scusa..."
Scusa un cazzo!
Intendiamoci, non ce l'ho mica con Guido Oddo, io. Ma perché i figli di Rizzoli non giocano al calcio??? Perché non abbiamo imposto i nostri gusti??? Ecco, Agnelli centravanti del Torino e Andreotti al Giro d'Italia. Questa è la proletarizzazione!
Devo aver detto una cazzata!
Sì, sì, lo so che sui gusti non c'è più lo scontro frontale. Ma allora dov'è?
Bisognerà pur decidere.
O avere dei nemici... o, giocare a tennis!
...tof... tof...



Quando Lo Vedi Anche

Quando lo vedi sulle facce degli altri
quando li osservi in quel loro appiattimento
in un salotto o in un bar con un campari soda
così assuefatti alla violenza dolce della moda.

Quando lo vedi sugli altri e ti senti diverso
e credi di non essere sommerso
non è ancora il momento di soffrire
puoi ridere di loro, ti serve per capire
sono persone piatte, molli, stanche...

Ma quando lo vedi anche
sulla tua maglietta
sulle scarpe da tennis
sui blue-jeans da quattordici once
su come parli, cosa canti, come ti vesti
sui tuoi bisogni, sulle tue scelte, sui tuoi gusti
allora ti senti anche tu arrendevole e fiacco
allora ti piaci un po' meno e non sai perché
e non riesci a trovare nemmeno abbastanza distacco
per ridere di te... per ridere di te

Quando lo vedi sulle facce degli altri
quando li osservi in quel loro appiattimento,
gli stessi atteggiamenti, la stessa ironia
e le loro battute un po' da trattoria
e le mani curate, le camicie pulite, bianche...

Ma quando lo vedi anche
sulla tua maglietta
sulle scarpe da tennis
sui blue-jeans da quattordici once
su quel giaccone americano che ho comprato
con pochi soldi al mercatino dell'usato
allora arriva al disgusto la tua stravaganza
allora diventa una moda ogni gesto che fai
non si riesce nemmeno ad avere abbastanza coscienza
per piangere di noi... per piangere di noi

Di noi così ribelli, così devoti
di noi così folli, così massificati
di noi così avanti, così impotenti
coi capelli un po' lunghi
e le nostre barbe da impegnati
di questa nostra assurda mancanza di rigore
di una mollezza sorda che non ci fa reagire
di noi che non sappiamo cosa sia
la nostra malattia
e forse non abbiamo ancora fatto un gemito
ma la paura comincia a salire dagli intestini
come il vomito.

Noi così vitali, così distrutti
noi così creativi, così assuefatti
ci aggrappiamo ad un gesto che sembra di rottura
con l'illusione e il pretesto di scegliere ancora
noi così originali e spappolati
creiamo saltando liberi come pidocchi
coi nostri gusti schifosi accumulati
fra la testa e gli occhi.

Ormai sei soggetto a una forza
che ti è sconosciuta
ormai sei libero e schiavo,
ormai sei coinvolto
e di colpo ti viene il sospetto
che in tutta la vita
non hai mai scelto
non hai mai scelto
non hai mai scelto

Quando lo vedi anche
sulla tua maglietta
sulle scarpe da tennis
sui blue-jeans da quattordici once...



L'America

(citazione "O.K. Corral")
A noi ci hanno insegnato tutti gli americani.
Se non c'erano gli americani... a quest'ora noi eravamo europei, vecchi, pesanti, sempre pensierosi, con gli abiti grigi e i taxi ancora neri.
Non c'è popolo che sia pieno di spunti nuovi come gli americani. E generosi.
Gli americani non prendono mai. Dànno... dànno. Non c'è popolo più buono degli americani.
I tedeschi sono cattivi. È per quello che le guerre gli vengono male!... Ma ci riprovano, non stanno mai fermi. Ci hanno il diavolo che li spinge: dai... dai!...
Intanto dio fa il tifo per gli americani. E secondo me ci influisce, non è mica uno scalmanato qualsiasi, dio. Ci influisce. E il diavolo si incazza. Stupido, prende sempre i cavalli cattivi!...
Già, ma non può tenere per gli americani. Per loro le guerre sono una missione. Non le hanno mai fatte per prendere, macchè, per dare! C'è sempre un premio per chi perde la guerra: Quasi, quasi conviene: "Congratulazioni, lei ha perso ancora!..." E giù camion di caffè!
A loro gli basta regalare.
Una volta gli invasori si prendevano tutto del popolo vinto: donne, religione, scienza, cultura... Loro, no. Non sono capaci. Uno vince la guerra, conquista l'Europa e trova... non so... una lampada Liberty... che fa? Il saccheggio è ammesso... la fa sua. No! Civilizzano, loro. È una passione... E te ne mettono lì una al quarzo: tutto bianco.
E l'Europa, con le sue lucine colorate, i suoi fiumi, le sue tradizioni, i violini, i valzer...

(citazione bolgie-woogie)
E poi luce, e neon, e vita, colori... e poi ponti, autostrade, grattacieli, aerei...
Chewingum!...
Non c'è popolo più stupido degli americani!

(citazione "Stranger in the night")
La cultura non li ha mai intaccati. Volutamente. Sì, perché hanno ragione di diffidare della nostra cultura elaborata, vecchia, contorta. Certo, più semplicità, più immediatezza... Loro creano così. Come cagare.

(citazione "Tutti frutti")
Non c'è popolo più creativo degli americani. Ogni anno ti buttano lì un film, bello, bellissimo. Ma guai se manca un po' di superficialità. Sotto sotto c'è sempre un po' il western. Anche nei manicomi riescono a metterci gli Indiani.
E questa è coerenza.
Gli americani hanno le idee chiare sui buoni e sui cattivi. Chiarissime, non per teoria... per esperienza. I buoni sono loro!
E ti regalano idee, scatole di sigari, cassette di whisky, navi, libertà, sapone, computer, squali, abiti usati... Anche Eva Kant si veste ai mercatini!
A noi ci ha convinto l'America. Se non c'era l'America... a quest'ora eravamo in India. No, se non c'era l'America a noi... che ce ne fregava dell'India!
A me l'America non fa niente bene... Troppa libertà, bisogna che glielo dica al dottore. A me l'America mi fa venir voglia di un dittatore. Oeh!... (si arrabbiacon se stesso fino a schiaffeggiarsi) Sì, un dittatore. Almeno si vede, si riconosce.
Non ho mai visto qualcosa che sgretola l'individuo come quella libertà lì. Nemmeno una malattia ti mangia così bene dal di dentro.
Come sono geniali gli americani!

(citazione "We shall over come")
Te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole e tutti suonano come vuole la libertà.



Si Può

Si può
Si può
Si può, siamo liberi come l'aria
si può
si può, siamo noi che facciam la storia
si può.

Si può, io mi vesto come mi pare
si può, sono libero di creare
si può, son padrone del mio destino
si può, posso mettermi un orecchino
si può.

Basta uno spunto qualunque
e la nostra fantasia non ha confini
basta un pennello e un colore
e noi siamo pronti
a perpetuare la creatività dei popoli latini.

Si può contestare, parlare male
si può migliorare il telegiornale
si può fare critiche dall'esterno
si può sputtanare tutto il governo
si può.

Si può occuparsi di spiritismo
si può far dibattiti sull'orgasmo
si può far politica alternativa
si può siamo pieni di iniziativa
si può.

Siamo sicuri che abbiamo in comune
la certezza del nemico
siamo sicuri che c'è
ma il più nuovo, il più rosso dei partiti
non si sa perché diventa rosso antico.

Si può, siamo liberi come l'aria
si può, siamo noi che facciam la storia
si può, libertà, libertà, libertà
libertà obbligatoria.

Sono liberato
sono davvero più leggero
sono infedele, sono matto, posso far tutto.
Viene la paura
di una vertigine totale
viene la voglia un po' anormale
di inventare una morale
Utopia... utopia...

Si può fare i giovani a sessant'anni
si può regalare i blu-jeans ai nonni
si può star seduti come un indiano
si può divertirsi con il digiuno
si può.

E dopo tante battaglie
volendo puoi anche farti uno spinello
il libanese è migliore
tra poco dovrebbe cominciare
la pubblicità in un nuovo carosello.

Si può inventarsi protagonista
si può rinforzarsi dall'analista
si può occuparsi dell'individuo
si può farsi ognuno la propria radio
si può.

Si può con la nostra cultura dietro
si può rinnovare tutto il teatro
si può dare al mondo un messaggio giusto
si può, al livello di Gesù Cristo
si può.

Basta una bella canzone
e la tua rivoluzione va da sola
basta che ognuno si esprima
e poi non importa
se si chiama la rivoluzione della Coca-Cola.

Si può, siamo liberi come l'aria
si può, siamo noi che facciam la storia
si può, libertà, libertà, libertà
libertà obbligatoria.

[parlato] Come?! Con tutte le libertà che avete volete anche la libertà di cambiare?

Utopia... utopia... utopia...



Il Sogno Di Marx

Quando si è un po' filosofi non si sogna mai a caso.
Ero una specie di Diogene, con una lampada da duemila Watt, una macchina fotografica, e cercavo in un posto che poteva essere Milano.
Sento una voce nella nebbia che mi fa:
"Così non fotograferai mai niente!"
"Chi siete?"
Lui: "Un tedesco di passaggio". Esce dalla nebbia un bel signore con la barba e si presenta: "Piacere, Carlo Marx".
Oeh!... (stupore)
"Vedi ragazzo..." Come ragazzo?... Mi chiamano tutti compagno, arriva questo... e cambia il vocabolario un'altra volta. "...non basta una macchina fotografica con un obiettivo giusto... Tu sbagli i tempi, credimi. Io ho una certa esperienza della roba che si muove!" E questo è vero. "Dunque, come si muoveva il tutto ai miei tempi? Guarda, qui c'era il capitale, qui le classi, la borghesia eccetera eccetera". E io: flash!
Simpatico Marx quando si scalda... Sembra un paparazzo! Però mi permetto di dirgli: "Anche noi, capitale, classi, borghesia... flash!"
"Bravi!"
"Grazie!" Ho capito dopo che bravi voleva dire ciglioni... Affettuosamente, si intende.
"Bravi, la borghesia... non c'è più. O meglio, non conta... Sbriciolata!"
E no, qui mi incazzo... Non c'è più... Oh dio, non c'è più la borghesia!... Che detto da lui fa anche rabbia, perché uno dice: ci ha preso per il culo fino adesso.
E io: "Ma i padroni, i capitalisti?"
Lui guarda, bello, con quegli occhi che vedono tutto: "I padroni, i capitalisti... non li vedo... nel senso che... stanno diventando impersonali."
"Puttana miseria! Ma io ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa, ho bisogno di punti fermi!"
"Allora dovevi parlare con Gesù!"
"Già fatto grazie... Ma mi dica, maestro... la lotta di classe... la lotta di classe... lasciamo almeno la lotta di classe!"
Lui, calmo: "La lotta di classe..."
"Più svelto maestro!..."
"La lotta di classe sarebbe ancora giusta..."
"Ooh!..."
"...se fossero chiare le classi!"
"Come non son chiare le classi!?... Allora non sei marxista! Scusa se mi incazzo, Marx... ma mi sembri un po' spappolato. E l'imperialismo, l'imperialismo?"
"Mah!..." Com'è calmo, Marx!
"Dài, l'imperialismo?!..."
"Mah... Ne parlavo con Lenin. È lassù che lo guarda... Lui ci è fissato! Dice che ne ha un'immagine un po' sfuocata. Parla di Pax... di Pax Americana... Dice che la pace è peggio della guerra".
"Sì, questo l'ha detto anche il matto dei certificati. E poi, e poi... non vedete più niente? Cosa guardi, ora, cosa guardi se non c'è più niente?"
"Non è vero, la lotta c'è ancora. Anzi, i nemici ci sono più di prima. Ma si presentano in un altro modo. È tutto più... La vedi la produzione? Era così... una bambina. Com'è cresciuta! Che salute! Me la ricordo, io... una bambina con i padri che... fai questo, fai quello!... Roba da matti. Una donna, autonoma, va da sé, va da sé. Bisogna fare qualcosa... " Tira fuori una Leika col soffietto... " ...bisogna fare qualcosa, flash! È tutto più... flash!... sì, certo.... flash! Interessante... flash! ho capito... E' tutto più..."
E il vecchio se ne andò ancheggiando, lasciandomi nell'angoscia più assoluta. " Il rullino, il rullino!... Non andare via!... Il rullino... spediscimelo! "
Maledetto testardo, fissato, anche con l'arteriosclerosi viene qui, vede che tutto si muove, scatta a un cinquecentesimo... è una mania, una mania! Ci avevo le idee chiare, precise...
"Scrivimi! Sì, scrivimi qualcosa!"
Che se no, magari, tra una decina d'anni, uno si alza una mattina e, senza saperlo, si trova lì davvero senza borghesia, senza classi, senza padroni... ma nella merda più di prima!



Il cancro

Nell'aria come una scadenza
incombe incredibilmente una dolce uguaglianza.
C'è un'aria sottile e pulita (1)
e non ci sono assolutamente tracce di veleno. (1)

[parlato] Ma quello che succede in fondo ai tuoi polmoni e al tuo intestino è quello che conta. È qualche cosa che ti hanno messo dentro e ti mangia pian piano... come un cancro.
Hanno inventato un nemico molto più geniale, che non si vede, un nemico segreto e consapevole che ti viene incontro.
Hanno inventato il cancro.

E ti lasciano libero
con questa cosa dentro
con quel milione di molecole
che non ti ubbidiscono più
che lavorano per conto loro
che proliferano silenziose
e non le vedremo mai
quelle molecole pazze, cancerose.

non sapremo nemmeno che sono esistite
quelle cellule ingorde, insaziabili, enormi
voraci affamate di noi ci mangeranno come vermi.

E si vive
si ha voglia di vivere
esitando
sotto un tiepido cielo
coi valori di un uomo
che non è più un uomo
ma il suo sfacelo.

Non si può ancora morire
con una smorfia sul viso
con un'inutile rabbia
con questo terrore
e senza uno scopo preciso.
Non si può ancora morire
mentre ti agiti inerte
aggrappati all'ultima azione
che ancora puoi fare
non devi fallire la morte.

[parlato] È difficile vivere con gli assassini dentro.
Forse è più facile vivere con gli assassini fuori, visibili, riconoscibili, che ti sparano addosso dalle strade, dalle cattedrali, dalle finestre delle caserme, dai palazzi reali, dai balconi col tricolore.
Assassini che in qualche modo puoi combattere, sai cosa fanno, li vedi e prima o poi si possono ammazzare.
Assassini vecchi, superati, cialtroni che non sono mai riusciti a cambiare nessuno, a cambiarlo dal di dentro. Prevedibili e schematici anche nella cattiveria, come le bestie bionde, come le bestie nere che ti possono togliere la libertà, mai le tue idee, come quegli ingenui e patetici esemplari che esistono ancora oggi, ma non contano, sono un diversivo, un fatto di folklore, una mazurka.
Ma l'assassino dentro è come un'iniezione, non la puoi fermare e non risparmia nessuno, nessuno sfugge alla scadenza.

È difficile vivere
con gli assassini dentro.
Appena ce li hai iniettati
ti si rivoltano contro.
Martiri, martiri senza croce
Invalidi, invalidi di pace
martiri fuori e dentro le case
martiri ribelli, o a centoottantamila lire al mese.

disperati, ammalati, incazzati lo stesso
incazzati fino all'ultimo globulo rosso
controllato e spiato a dovere dall'assalto del tumore.

Martiri liberi
con questa cosa dentro
con quel milione di molecole
che non ti ubbidiscono più
che lavorano per conto loro
che proliferano silenziose
e non le vedremo mai
quelle molecole pazze, cancerose.

Non sapremo nemmeno se sono esistite
quelle cellule ingorde, insaziabili, enormi
voraci e affamate di noi ci mangeranno come vermi.

E gli amori
continuano a nascere
dolcemente
come consolazione
fra una donna e un uomo
che non è più un uomo
ma un'infezione.

Non si può ancora morire
con una smorfia sul viso
con dentro un'inutile rabbia, con questo terrore
e senza uno scopo preciso.
Non si può ancora morire
mentre ti agiti inerte
aggrappati all'ultima azione che ancora puoi fare
non devi fallire la morte.



Finale

Ogni epoca ha la sua malattia.
Mio zio ricorda sempre la "spagnola": travolgente, drammatica, violenta... adattissima agli umori umani dell'epoca. Si potrebbe studiare la storia dal linguaggio delle malattie.
E poi la tisi, il mal sottile che colpiva deliziosamente un'umanità illanguidita, romantica e attaccata alle tende.
Si muore come si deve... l'epoca lo esige.
L'importante, è opporsi alle malattie. L'importante è non invecchiare. Essere vecchi vuol dire non trovare più una parte eccitante e fisica da interpretare... e cadere in quello stupido riposo in cui si aspetta la morte.
Non lo abbiamo mica rubato il gusto di vivere. Ci spetta di diritto. Ma forse non basta più difenderlo con la pentola che bolle, con la libertà, col potere all'immaginazione.
Sento come il bisogno di un rigore... ma, a scanso d'equivoci... da inventare ogni giorno. Non un poliziotto... ma un guardiano di me stesso. La libertà di non essere liberi.
E ora, ai miei amici che gli racconto? Sì, ai miei amici... ai Re Nudi, ai Gesù Liberi, agli Erbi Voglio, ai Libertà 1, 2, 3, 4... che gli racconto? Io che sono sempre stato d'accordo che si può far tutto?

Si può, siamo liberi come l'aria
Si può, siamo noi che facciam la storia
Si può, libertà, libertà.libertà
libertà obbligatoria.