Secondo molti studiosi il termine Blues ebbe origine dall'espressione: "I have the blue devils" (letteralmente "Ho i diavoli blu") indicativa di uno stato di depressione, di profonda disperazione del popolo nero americano che, per scacciare la malinconia e per esorcizzare il proprio malessere e le proprie tensioni comunicandoli alla propria gente, cantava i Blues.

Le radici più profonde del Blues risalgono storicamente nell'esigenza dei neri ridotti in schiavitù di sviluppare nuove forme di espressione per comunicare tra loro. Essi dovettero inventarsi un linguaggio che doveva essere il più possibile incomprensibile per i padroni bianchi, per i "sorveglianti"; si sviluppò così un linguaggio metaforico, basato sui double talks.

Proprio nelle piantagioni dove lavoravano gli schiavi, per sopportare meglio la fatica e coordinare le proprie azioni con quelle dei compagni, l'elementare scansione ritmica del lavoro divenne la base su cui sovrapporre semplici iterazioni vocali secondo la tipica matrice antifonale e responsoriale proprio di derivazione africana. Da qui nacque la struttura dei worksongs.

Un altro elemento fondante della cultura dei neri americani fu il Cristianesimo. Esso rappresentava anche un'idea liberatoria: per i neri infatti nell'ambito religioso poteva avvenire un parziale superamento delle barriere razziali e molti aderirono alle Chiese cristiane. Ciò sviluppò nuove forme musicali: la solennità ed il trasporto delle lodi innalzate al Signore erano esaltati dalla potente musicalità propria dei neri. Ben presto spirituals e gospels divennero ambiti privilegiati dell'espressione degli afroamericani.

Verso la fine del XIX° secolo si affermarono i medicine shows ovvero spettacoli itineranti organizzati da sedicenti medici per vendere i loro intrugli. Figura centrale dello spettacolo era il songster, cioè colui che cantava motivi popolari e soprattutto gli stati d'animo dei neri. Dal songster nacque la figura del musicista girovago.

Accompagnato da una chitarra e/o da un'armonica a bocca questi girava gli Stati del Sud in cerca di fortuna. Fu proprio la regione del Delta – dove confluivano i fiumi Mississippi e Yazoo – ad essere il teatro dei "padri" dei bluesmen quali primi protagonisti di quel processo di maturazione che segnava la simbolica fine del nero dell'epoca schiavile e la nascita del nero americano in viaggio verso la scoperta di una nuova identità. Il Blues divenne vera e propria "colonna sonora" del processo di consapevolezza e di riscatto dei neri d'America.

La prima registrazione di un blues risale al 1917, titolo: "Crazy Blues", canatata da Mamie Smith in un rudimentale apparecchio di registrazione.

Robert Johnson è una delle personalità musicali più importanti degli inizi del 900. Ha costruito la grammatica e la semantica del blues e del rock, imponendo uno standard universale, riscontrabile inequivocabilmente in una miriade di musicisti contemporanei. Buona parte della musica popolare americana evolve da sue intuizioni.

Ossessionato dal demonio, protagonista di una vita errante e solitaria, immersa nel peccato e nella perdizione, figlio dell'America rurale e profonda pre-bellica. Le sue canzoni sono reinterpretate da tutti i musicisti fino ai giorni nostri. Il suo rapporto con il diavolo è sottolineato in questa canzone:
"Me and the devil blues"


Questa è una versione più moderna registrata da Eric Clapton nell'album Me e Mr Jhonson, nel quale rivisita tutto il suo repertorio. Splendido!

Il Blues moderno nasce a Chicago prima e dopo la seconda guerra mondiale. Città industriale, con grandi possibilità di occupazione, attirò ben presto i neri del Sud alla ricerca di un lavoro e della libertà e i suonatori di Blues che vennero a partire dal 1928. Gente come Georgia Tom Dorsey o Tampa Red profittavano del loro soggiorno per esibirsi e spesso vi si stabilivano provvisoriamente o definitivamente.

Ascoltiamo Tampa Red e Georgia Tom in "You can't get that stuff no more"

Proprio nella Windy City (la Città del Vento come è chiamata Chicago), ed in particolare nel South Side, nacquero come funghi studi di registrazione, case discografiche e locali notturni che contribuirono alla spettacolare evoluzione del jazz e del Blues. Ma fu soprattutto dopo la seconda guerra mondiale che avvenne la grande emigrazione di tutti coloro che, oltrepassando la linea Mason-Dixon, la frontiera immaginaria tra gli Stati del Sud e quelli del Nord, lasciavano le terre del Deep South alla ricerca di una ipotetica miglior fortuna. In questo periodo, dopo che artisti come Big Bill Broonzy, Tampa Red, Jazz Gillum o Sonny Boy Williamson 1° consentirono al Bluebird Beat di raggiungere i più elevati livelli di creatività musicale, altri musicisti furono spinti a rinnovare il Blues verso le sue tendenze e caratteristiche più squisitamente "urbane". Alla fine degli anni Quaranta, infatti, fu Muddy Waters che, registrando nel 1948 il brano I Can't Be Satisfied (con Earnest Big Crawford al contrabbasso), gettò le basi del Blues moderno dando il colpo di grazia al "vecchio" Blues ed apportò allo stesso tempo numerose innovazioni tra cui la più importante fu sicuramente il nuovo concetto di gruppo musicale Blues. Benché fin dagli anni Trenta esistessero Blues bands a Chicago, è a Muddy Waters che dobbiamo la struttura moderna della formazione di Blues: una o due chitarre, un'armonica e/o un piano, un basso ed una batteria. Ed ecco che agli inizi degli anni Cinquanta, Muddy Waters e Jimmy Rogers (alle chitarre), Little Walter o Walter Horton (all'armonica), Willie Dixon o Earnest Big Crawford (al contrabbasso), Otis Spann (al piano) ed Elgin Evans o Elgin Edmonds (alla batteria) rivoluzionarono letteralmente l'estetica del Blues, proponendo un Delta Blues inequivocabilmente modernizzato, con le chitarre elettriche spesso fortemente amplificate e con tutti i nuovi effetti consentiti dall'evoluzione delle tecniche di registrazione.

In pratica il Blues low down dei padri Robert Johnson, Son House e Charley Patton adattato in forma elettrica ed urbana, rivisto e corretto dai tecnici del suono, non solo sul palcoscenico ma anche dietro la tavola di mixaggio.

Se è vero che tra i numerosi gruppi di Blues che si sono formati nel dopoguerra a Chicago quello citato di Muddy Waters fu senz'altro il più celebre, altre formazioni, tuttavia, dimostrarono di essere all'altezza come, su tutte, i richiestissimi Aces dei fratelli Myers (Louis alla chitarra e Dave alla chitarra prima ed al basso poi) con il grande Fred Below alla batteria e Junior Wells e poi Little Walter all'armonica: anche loro se la cavavano alla grande con le dodici battute.


Altro padre fondatore del Blues moderno fu, ed è, senza ombra di dubbio l'inarrivabile B.B.King. Benché originario del Mississippi e per quanto avesse debuttato a Memphis–la capitale del Delta–,a differenza di gente come Muddy Waters, Howlin'Wolf, Sonny Boy Williamson 2°, John Lee Hooker ed Elmore James, egli subì solo marginalmente le influenze dei pionieri del Blues. I suoi ispiratori furono Louis Jordan, Doctor Clayton, Roy Brown e i chitarristi T-Bone Walker, Lonnie Johnson, Charlie Christian, cioè chitarristi che costantemente nella loro carriera hanno oscillato tra il Blues ed il jazz.

Howlin'Wolf è considerato uno dei massimi esponenti della musica blues. Nel 2004, il magazine Rolling Stone lo piazzò al numero 51 nella sua lista dei 100 migliori artisti di tutti i tempi. Questa è: Smokestack Lightning

Sonny Boy Williamson 2° è considerato giustamente il re dell'armonica. Questa è: Nine below zero.

John Lee Hooker ha inciso oltre 100 album. Tra i vari riconoscimenti: una stella nella Hollywood Walk of Fame e, nel 1991, l'inclusione nell'elenco della Rock and Roll Hall of Fame; due sue canzoni, Boom Boom e Boogie Chillen,figurano rispettivamente nelle classifiche. Sono famose le sue esibizioni in stile parlato (Talking blues) e il suo stile boogie ostinato, divenuti le sue prerogative caratteristiche. Una delle mie preferite è questa: I'll never get out of these blues alive

A differenza degli artisti del Chicago Blues, la musica di B.B.King si arricchiva così di arrangiamenti sofisticati più vicini al jazz e, di conseguenza, poteva essere suonata con orchestre numerose in cui era stata aggiunta una corposa sezione fiati.

Il Chicago Blues di Muddy Waters ebbe la sua età dell'oro durante gli anni Cinquanta e più precisamente tra il 1948, l'anno di I Can't Be Satisfied, ed il 1958 quando apparvero i nuovi bluesmen che, prendendo ispirazione dal Blues di Muddy Waters, da quello di B.B.King e dal gospel, diedero vita al cosiddetto West Side sound.

Musica più violenta di quella di Muddy Waters e compagnia (in quanto suonata essenzialmente da chitarristi provenienti da un ghetto, il West Side appunto, nel quale le condizioni di vita erano più dure che nel South Side), il West Side sound rinnovò indiscutibilmente il linguaggio del Blues alla fine degli anni Cinquanta.

Era il Blues esasperato di uomini arrabbiati, di coloro che non avevano raccolto alcun frutto dal progresso economico del paese in cui vivevano ed ecco che il suono delle loro chitarre era più aspro e drammatico, espressione profonda delle umiliazioni della popolazione del ghetto. Dalla fine degli anni Cinquanta, infatti, il West Side era divenuto il nuovo feudo dei bluesmen. Ghetto particolarmente emarginato, che aveva accolto una nuova generazione di immigrati provenienti dal Mississippi e che il South Side non sarebbe stato in grado di assorbire, il quartiere Ovest di Chicago ospitava di fatto musicisti straordinari. Per la maggior parte chitarristi e cantanti, decisi a battersi sul terreno della tecnica pura e convinti che era necessario dare un respiro più ampio a tutto il Blues in generale, costoro intendevano misurare il proprio virtuosismo a livello strumentale, riservando così alla chitarra uno spazio ancora più importante e drammatico di quello ad essa riservato in precedenza. L'uso frequente del modo minore, che fino ad allora non era stato praticamente utilizzato nel Blues, sommato all'improvviso fiorire di nuove voci estremamente profonde, che esprimevano tutta la desolazione del ghetto, contribuiva ad aumentare il magico potere, ossessivo, magnetico ed incantatore, del Blues. Il cammino artistico dei bluesmen del West Side non va comunque inquadrato nella deliberata volontà di rompere con il Blues South Side di Muddy Waters, Howlin'Wolf, Jimmy Reed ecc. (che nel frattempo continueranno a rimanere sulla cresta dell'onda), come avevano fatto invece i boppers del jazz, che all'inizio degli anni Quaranta avevano rotto con gli schemi armonici di Louis Armstrong, prima, e con quelli delle grandi orchestre swing, poi. Gli artisti del West Side, al contrario, volevano essere i figli spirituali degli ideatori del Blues moderno, che rimanevano i loro idoli indiscussi, ma a differenza dei loro maestri daranno vita ad un Blues più violento ed allo stesso tempo più sofisticato; questo per un serie di ragioni. Primo, perché vivevano nel quartiere più miserabile di Chicago; secondo, perché erano lontani dalle tradizioni del Delta di quanto non lo fossero i loro "padri"; terzo, perché appartenevano ad una generazione che aveva visto esplodere un certo B.B.King; infine perché erano stati contagiati più dei loro predecessori dai canti religiosi del gospel.
Nella sua opera Devil's music, Une histoire du blues (Denoel, 1976, Parigi), Giles Oakley ha perfettamente definito quello che distingueva i bluesmen del West Side dai loro predecessori:"Nel West Side, fra le case in affitto fatiscenti e in rovina, numerosi giovani artisti suonavano nelle taverne e nei club: gente come Freddy King, Otis Rush, Buddy Guy, Magic Sam, Jimmy Dawkins.Questa è First time I met the blues di Buddy Guy


Ma la loro musica non era più quella del Delta: Era il blues del ghetto, un blues che metteva in risalto soprattutto la loro abilità alla chitarra…Laddove Muddy Waters, Little Walter ed Howlin'Wolf avevano insistito sull'impatto sonoro d'assieme, questi giovani artisti mettevano in evidenza le chitarre, dando loro un posto di primo piano, con puliti fraseggi d'arpeggio e violenti assolo". un esempio in questa: Three Times a Fool di Otis Rush.

E' solo questa la storia del Blues? Naturalmente no! Abbiamo preferito sottolineare di questa fantastica storia quelli che a nostro avviso sono gli aspetti principali che più di altri rappresentano il Blues come fenomeno musicale. Ma non si può non citare lo splendido Jump Blues di Louis Jordan.

il Soul Blues di Little Junior Parker. Esempio questa strafamosissima Worried Life Blues. Consiglio di ascoltare la versione di Eric Clapton e B.B. King in Riding With the King inciso nel 2000. Uno degli album da avere assolutamente nella propria collezione blues.

il cosiddetto Folk Blues di Lightnin'Hopkins. Esempio: Baby Please Dont Go anche questa molto conusciuta e reinterpretata da molti astisti

e altri non meno importanti come: Albert King. Questa è: I'll Play the Blues for You

Eddie Taylor. Questa è: BAD BOY

Luther Allison. Questa è: Pain In The Streets

Mighty Joe Young. Questa è: Big Talk
John Littlejohn. Questa è una riproposizione della celeberrima Hoochie Coochie Man scritta da Willie Dixon e cantata da Muddy Waters

Buster Benton. Questa è: Born With The Blues

Magic Slim. Questa è: Hard Luck Blues.

nonché armonicisti come Frank Frost Questa è: Pocket full of money

Snooky Pryor. Questa è: Boogie Twist

James Cotton. Questa è: Slow Blues

Com'è fatto un Blues
Il Blues si serve in genere di strutture di dodici battute (o misure), ciò non esclude che possano esistere strutture di otto, sedici o trentadue battute, ma rappresentano delle eccezioni. Un Blues di solito è costituito da un'introduzione (intro), dalle strofe cantate (chorus o verse), da una parte strumentale (solo o break), da una ripresa vocale e da una coda (ending). Le ultime due battute di un Blues vengono indicate generalmente con il termine turnaround. Dovendo servire per cominciare da capo il giro armonico, queste ultime due battute devono essere particolarmente incisive. Inoltre il turnaround spesso viene usato come introduzione al brano.

Concludiamo questa rassegna con dei riferimenti ad artisti straconosciuti:
John Mayall - Waiting For The Right Time

Il grandissimo Jimi Hendrix. Questa è: Voodoo Chile Blues

A dimostrazione che tutti i grandi musicisti hanno le loro radici nel blues. Questi sono i fantastici Led Zeppelin in :Travelling Riverside Blues

Altro esempio questi sono i mitici Doors con: Roadhouse Blues

Autentico virtuosista della chitarra il grande Johnny Winter e questa è: Mean Town Blues

Eric Clapton è in assoluto il mio artista preferito. Questa è Rambling on My Mind. Versione live dal Madison Square Garden

un altro artista da me molto amato è jhon lee hooker; perchè anche restando un purista del blues ha inciso dei pezzi straordinari. Questa è One bourbon, one scotch, one beer